1° gennaio: Divina Maternità di Maria

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Il tempo natalizio, celebrando la nascita di Gesù Cristo, non poteva lasciare nell’ombra una celebrazione strettamente connessa a questa, ossia la Divina Maternità di Maria.

Fin dai primi tempi tutte le chiese cristiane ricordarono e riconobbero questo titolo della Beata Vergine.

Maria è celebrata ogni giorno in tutte le preghiere eucaristiche. Nel corso dell’anno, però, si riserva un suo particolare ricordo nel periodo delle solennità natalizie.

Nei riti bizantino e siriaco, sia orientali che occidentali, la memoria di “Maria Santa Madre di Dio” è celebrata il 26 dicembre, mentre nel rito copto essa è celebrata il 16 gennaio. Nella chiesa di Roma la celebrazione di “Maria, la Santa Madre di Dio” è la liturgia mariana più antica. Essa fu poi fissata al 1° gennaio.

Nell’Ufficio divino romano del 1° gennaio, si trovano molte belle preghiere, orazioni, antifone e responsori, che celebrano e glorificano la divina maternità della beata Vergine Maria. In esse, il motivo del rendimento di grazie al Signore, per la beata vergine Maria, è la sua Maternità verginale.

Fin dagli inizi della Chiesa e della fede cristiana, però, la verginità di Maria fu anzitutto il segno specifico della divinità di Cristo e divenne poi anche il tipo e modello della nuova nascita cristiana. Il riconoscimento della maternità verginale di Maria supera i modi umani e terreni di pensare e ragionare, poiché è un grande mistero che riguarda anzitutto Gesù il Cristo.

La verità della maternità verginale di Maria, quindi, si comprende nella prospettiva cristologica, nella quale va sempre collocata e contestualizzata.

Nella liturgia del 1° gennaio, tuttavia, l’importanza della celebrazione della maternità verginale di Maria, ha subito alterne vicende. Alcune volte fu sostituita, altre volte fu unita ad altre ricorrenze che finivano con l’attenuare o l’oscurare il suo aspetto principale.

Ricordiamole brevemente: 1) Circoncisione di Cristo; 2) Nome di Gesù; 3) primo giorno dell’anno e senso cristiano del tempo; 4) giornata mondiale della pace.

Fortunatamente, le preghiere e le parti liturgiche che sottolineano la Divina Maternità di Maria rimasero sempre. Vanno dunque di nuovo valorizzate nella nostra fede e nella sua festa.

Esse, infatti, sottolineano giustamente: “la verginità feconda di Maria”; “Maria sempre vergine madre di Cristo e madre della Chiesa”; Colei che “ha concepito il suo unico figlio sempre intatta nella sua gloria verginale”. Il popolo di Dio, nella sua fede profonda, ha sempre continuato a venerare, comprendere e invocare la Maternità Verginale di Maria.

Lo ha fatto concentrandosi più sul cuore e lo spirito di Maria, che sul suo corpo. Ciò è giusto, perché, anzitutto, è nell’anima di Maria che si colloca la sua grandezza e ad essa dobbiamo sempre guardare.

Lì impariamo la sua totale fedeltà alla missione divina affidatale. Lì Maria divenne anche maestra della vita spirituale cristiana. Solo una fede simile alla sua può far nascere Dio nel nostro cuore e in quello degli uomini, affinché diventino credenti.

Solo ascoltando la Parola come fece lei, ci si rende beati. Suo Figlio lo disse chiaramente: “Beati coloro che ascoltano e attuano la parola di Dio”. Gesù dice anche che quanti lo ascoltano sono veramente per lui madre, fratelli e sorelle.

Maria, produsse ogni frutto di bene mediante la sua continua perseveranza (Lc 8,15). Per tutto questo ella, Vergine-Madre, è il modello per tutta la Chiesa e per ogni vita cristiana.

Il Concilio Vaticano II lo chiarì assai bene: [la chiesa] “contemplando la santità misteriosa di Maria, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà, essa diventa pure madre” (Lumen Gentium, 64).

È veramente giusto iniziare ogni anno nuovo ricordando e ripensando tutto ciò.

Gualberto Gismondi