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       Con il Rosario - ha scritto Giovanni Paolo II - «il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Gesù e all'esperienza della profondità del suo amore» (Rosarium Virginis Mariae 1).

E' inscindibile, insegna nella stessa lettera apostolica il Papa, il «rapporto che lega Cristo alla Sua Madre Santissima: i misteri di Cristo sono anche, in certo senso, i misteri della Madre, persino quando non vi è direttamente coinvolta, per il fatto stesso che ella vive di Lui e per Lui» (n. 24).

Di qui le due parti del presente libretto.

Nella prima parte, iniziando dall'Annunciazione a Nazaret, è presentata in trentun quadretti la vita di Maria.

Nella seconda parte, commentati rapidamente da S.Ambrogio e più ampiamente da S.Agostino, sono proposti i brani biblici relativi ai venti misteri della gioia, della luce, del dolore e della gloria.

 

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    «Era nato per fare il religioso, cioè non il parroco nel senso canonico e preciso del termine: s'era fatto frate per vivere in convento, povero per non toccare denaro, francescano per essere libero come una rondine: di tutte queste cose non gliene fu consentita esternamente una, perchè dal 1863 al 1912 egli fu chiamato dall'obbedienza a lasciare il convento e fare il parroco d'un paese che di parroci ne aveva cacciati quattro uno dopo l'altro».

    «Chesterton ha spiegato "il segreto di san Francesco" con queste semplici parole: "Egli ha fatto tutto da innamorato". Di padre Giacomo si può ripetere la stessa cosa: chi legge la sua vita, lo guarda rubarsi il letto nel cuore della notte per darlo ad un povero, o assidersi ogni venerdì alla mensa dei poveri da lui sostenuti e mangiare con loro nella scodella di legno, sente che solo l'amore governa questa fervida fantasia, suggerisce questi gesti , determina questi slanci che ci commuovono ancora».

                                                                                       NAZARENO FABRETTI

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...Gesù Cristo se è perfetto nella sua divinità, è perfetto anche nella sua umanità; se è vero Dio, è anche vero uomo; se è della stessa sostanza del Padre, è anche della stessa sostanza di noi uomini, ai quali è simile in tutto fuorché nel peccato.

«Ecco l' uomo!». Con queste parole Pilato presenta alla folla di Gerusalemme che reclama la sua crocifissione, Gesù, vestito da re di burla e ancora sanguinante per la flagellazione.

Gesù è davvero l' uomo, l' uomo vero, quello che noi dovremmo essere, e che grazie a lui potremmo essere. Egli è l' uomo perfetto, che per la gloria del Padre e la salvezza dell' uomo vive totalmente la sua incarnazione. Non è privo di interesse, dunque, scorrere i quattro vangeli che descrivono come Gesù ha utilizzato organi e membra umane per glorificare il Padre e salvare l' umanità. A presentare le singole pagine ispirate sarà san Pietro, al quale il Cristo, il Figlio del Dio vivente, consegnò le chiavi del regno dei cieli e al quale riservò il privilegio di assistere, insieme con i fratelli Giacomo e Giovanni, alla risurrezione della figlioletta di Giairo, alla trasfigurazione sul Tabor e all' agonia nel Getsemani.

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