Quaresima: che cosa ci dice il rito delle ceneri?

 

La quaresima inizia con un rito bello, suggestivo, antichissimo, molto caro ai fedeli: le ceneri. In molte religioni la cenere esprime alcuni significati essenziali.

In genere, indica esteriormente: il lutto, il dolore e il pentimento interiore.

Indica anche la caducità della vita, poiché basta un piccolo soffio di vento per far volare via tutta la cenere. In tali casi è segno di qualcosa che prima c’era e ora non c’è più.

Nei riti sacrificali può anche assumere un carattere sacro, che conferisce purificazione e forza.

Nell’Antico Testamento esprime sovente il senso del peccato e della fragilità dell’uomo. In certi casi indica la condizione del peccatore, con frasi come: il cuore del peccatore è come cenere (Is 44,20); l’idolatra ama la cenere (Sap 15,10); la sua vita è peggio che cenere, la ricompensa del peccato è la cenere (Ez 28,18); i malvagi saranno ridotti in cenere (Ml 3,21) ecc.

Coprirsi di cenere è un segno pubblico per riconoscersi fragili e peccatori. Quanti lo compiono si attirano la misericordia e il perdono del Signore.

Per promettere che il Messia trionferà sul male e sulla morte, Dio dice che invece di cenere poserà sul capo dei suoi fedeli un diadema o una corona preziosa ((Is 61,2).

Nella fede d’Israele i significati della cenere si sommano fra loro, unendo il lutto, il dolore e l’umiliazione per le proprie colpe, alla coscienza della propria debolezza e fragilità e al pentimento, ma anche alla volontà di conversione e di purificazione.

Un’altra serie di significati si riferisce alla polvere della terra, per ricordare all’uomo la fugacità sua, del tempo e il suo ritorno alla terra. Questo lo invita a non lasciarsi inorgoglire, ma anche a cercare sempre più ciò che non è fugace ma eterno, ossia la parte fondamentale del suo essere e della sua vita.

Le ceneri della Quaresima cristiana assumono molti di questi significati, ma li superano. Esse, infatti sono ottenute bruciando le palme e i rami di ulivo della precedente Domenica delle Palme. Erano stati usati per glorificare Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme, da una folla che pochi giorni dopo avrebbe gridato a Pilato “Crocifiggilo, crocifiggilo”.

Anche questo ricorda la volubilità, la fragilità e l’incostanza del cuore umano, che lo porta dalla gloria alla dimenticanza e al disprezzo. Dio, invece, ci porta dalla morte alla risurrezione, dal peccato alla santità.

Nella liturgia delle ceneri si invoca la benedizione del Padre su quanti ricevono il simbolo delle ceneri “perché attraverso l’itinerario spirituale della Quaresima giungano completamente rinnovati a celebrare la Pasqua del suo Figlio.

Nel segnare la fronte dei fedeli con le ceneri, la Chiesa ricorre a due formule. Una, più austera e ammonitrice, ricorda al fedele che è polvere e in polvere ritornerà. L’altra, più evangelica e incoraggiante, lo invita a convertirsi e credere al Vangelo. Lo scopo di entrambe è di fare uniformare la nostra vita a quella del Signore Risorto.

Gualberto Gismondi