Sepoltura di Gesù: sua verità e critiche infondate
Al tempo di Gesù, alcune norme antiche e rabbiniche stabilivano che una persona fosse sepolta nel giorno stesso del suo decesso. La salma, quindi, veniva lavata, unta con unguenti, aromi e sostanze profumate e avvolta nei lini.
Riguardo alla sepoltura di Gesù, alcuni non credenti: atei, laicisti, razionalisti ecc. cercarono di sminuire il valore delle testimonianze e della verità dei Vangeli. Ogni volta, però, le scienze e la storia smentirono le loro critiche infondate, ascientifiche e di natura puramente ideologica.
Valide ricerche archeologiche e specialistiche sullo studio di tombe e catacombe, raccolsero ritrovamenti e risultati interessanti, che smentiscono decisamente tali opinioni strampalate.
Una di esse sosteneva che le persone morte per crocifissione erano sepolte soltanto in fosse comuni. Nel 1968 quest’idea fu definitivamente smentita e confutata, perché le ossa di una persona uccisa mediante la crocifissione furono ritrovate in una tomba di famiglia a Gerusalemme.
Un’altra critica infondata, riportata anche da qualche studioso biblico, riguarda le cure riservate al corpo di Cristo subito dopo la sua morte. Alcuni critici sostenevano che i Vangeli descrivevano due serie di cure alla salma del Signore.
Poiché ciò non era consentito né praticato, concludevano che i Vangeli sbagliavano. Sbagliata, invece, era la lettura dei Vangeli di questi autori, per cui le loro critiche erano infondate.
Il Vangelo, infatti, dice soltanto che: Giuseppe d’Arimatea chiese e ottenne da Pilato di prendere il corpo di Gesù; Nicodemo portò cento libbre (circa 33 chili) di mirra e aloe per avvolgere il corpo di Gesù “in bende insieme con oli aromatici, come è usanza seppellire per i Giudei” (Gv 19,40); il corpo fu posto in un sepolcro nuovo, lì vicino.
Luca è molto preciso anche nell’indicare l'ora e scrive che “già splendevano le luci del sabato” (23,54). Da quel momento e per tutto il sabato tutte le pratiche e attività erano severamente proibite. Nessuno, quindi, poteva compiere le complicate e lunghe prescrizioni per la sepoltura.
Dato che i corpi dei crocifissi erano solitamente nudi o coperti, al massimo, da un perizoma (Mt 27,35; Mc 15,24; Lc 23,34; Gv 19,23), Giuseppe d’Arimatea avvolse in gran fretta il corpo di Gesù in un “candido lenzuolo”, insieme agli aromi (Mt 27,59; Mc 15,46; Lc 23,53). Nulla più.
Era quindi necessario aspettare il giorno successivo al sabato per poter fare quanto era dovuto per seppellire Gesù, secondo le usanze giudaiche. I Vangeli dicono che a ciò stavano per provvedere le donne, subito dopo il sabato, che: “di buon mattino si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato” (Lc 24,1).
Le operazioni di sepoltura del corpo di Gesù (Mc 16,1; Lc 24,1), “come è usanza seppellire per i Giudei” (Gv 19,40), quindi, dovevano essere compiute per la prima volta da loro. Che tali operazioni non fossero state ancora compiute è indicato dai Vangeli, con assoluta chiarezza.
Pertanto non vi furono affatto due operazioni di sepoltura, e i Vangeli sono chiarissimi. Quanto fatto da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo, con gran celerità e in brevissimo tempo, non era un’operazione di sepoltura.
A loro volta, le donne che, cariche di aromi per la sepoltura salirono al sepolcro, arrivarono che il Signore era già risorto. Furono colpite dal fatto che il suo corpo non c’era già più. Neppure esse fecero alcuna operazione di sepoltura.
Nel sepolcro vi erano soltanto, vuoti, ripiegati o afflosciati su se stessi: il sudario che copriva il volto, serviva a tenere fermo il mento e poteva essere di piccole o grandi dimensioni secondo gli usi; le bende, che servivano a tenere ferme le gambe e le mani; il lenzuolo (Sindone). Gli archeologi, gli specialisti delle catacombe e i reperti di altre tombe e sepolcri confermano la verità di questi particolari.
Vere erano le libbre di mirra e aloe per onorare il corpo del morto, quindi, del Signore. Esse erano molto costose, ma Nicodemo era persona importante e molto facoltosa. Egualmente veri i teli di lino, sudari, lenzuola e bende per avvolgere le salme.
Ancora una volta, quindi, scienza, archeologia e storia si completano a vicenda nel: confermare la genuinità, verità e veridicità delle narrazioni evangeliche; confutare l’infondatezza, l’arbitrarietà e l’inadeguatezza delle critiche e negazioni dei non-credenti; manifestare l’insostenibilità di ipotesi e ideologismi acritici e di dogmatismi inconsistenti.
Altre ricerche storiche, insieme ai reperti ritrovati nelle catacombe, hanno indicato che, fin dagli inizi, i cristiani ispirarono le loro modalità di sepoltura proprio a quanto i Vangeli descrissero della sepoltura di Cristo.
Sempre storicamente, infine, si è dimostrato che, fin dagli inizi, i cristiani garantirono ai più poveri, sepolture decorose e onorate.
Gualberto Gismondi