Immacolata ConcezioneMaria Immacolata: verità e mistero

 

Nel testo precedente abbiamo meditato come, nel mistero dell’Immacolata Concezione, la Beata Vergine Maria rifulga di luce, quale: primizia, modello, anticipo e prototipo dell’umanità redenta e santificata da Cristo. Per questo la fede della Chiesa indica in Lei, Madre di Dio, il culmine e la pienezza dell’attesa messianica dell’umanità.

 

Ora, approfondiamo ancora questa “verità e questo “mistero” servendoci delle spiegazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il primo dato è che tutto quello che la fede cattolica professa riguardo a Maria è fondato sulla fede in Cristo e, a sua volta, illumina la fede in Cristo (CCC 487). “Dio ha mandato il suo Figlio” (Gal 4,4) e, per preparagli un corpo [Eb 10,5], ha chiesto la libera collaborazione di una donna che ne fosse la sua Madre.

 

Per questo, da tutta l'eternità, Dio ha scelto una giovane ebrea, di Nazareth in Galilea, chiamata Maria, “vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe” (Lc 1,26-27) (CCC 488). Per divenire la Madre del Salvatore, Maria fu arricchita dei doni speciali necessari a così grande missione.

 

Al momento dell'Annunciazione, l'arcangelo Gabriele la salutò: “piena di grazia” (Lc 1,28). Era necessario, infatti, che ella fosse completamente sorretta dalla grazia divina (CCC 490). Nei secoli, la Chiesa prese coscienza che Maria, “colmata di grazia” [Lc 1,28], fu redenta fin dal suo concepimento. È quanto abbiamo meditato, riguardo al dogma dell'Immacolata Concezione.

 

In previsione dei meriti di Gesù Cristo, suo figlio, Salvatore del genere umano, Maria, per grazia e per privilegio unico e singolare, fu preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, fin dal primo istante del suo concepimento. (CCC 491). Ciò significa che gli “splendori di una santità del tutto singolare”, che adornarono Maria, fin dal primo istante della sua concezione, sono dovuti e le vengono interamente dal Figlio Gesù Cristo.

 

Ella fu redenta in modo così sublime in vista dei meriti del suo Figlio. Il Padre l'ha “benedetta con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo” (Ef 1,3) più che ogni altra creatura e persona. L'ha scelta In Cristo prima della creazione del mondo”, per essere “santa e immacolata al suo cospetto nella carità” (Ef 1,4) (CCC 492). Nella fede e nella Tradizione delle Chiese Orientali, la Madre di Dio è chiamata: “Panaghia” che vuol dire “la Tutta Santa”.

 

Tutta la Chiesa la onora: “immune da ogni macchia di peccato, quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura”. Le Chiese d’Oriente e Occidente, inoltre, proclamano che Maria, per particolare grazia di Dio, è rimasta pura da ogni peccato personale durante tutta la sua esistenza (CCC 493).

 

In lei il Signore ha immesso nel mondo la potente forza salvifica di Cristo, per sconfiggere definitivamente ogni forma di male, di peccato e la stessa morte. In Maria il male non ha mai avuto presa perché fu sempre oggetto dell’amore divino, in quanto madre del Salvatore. Riconoscere e venerare Maria Immacolata è credere, lodare e ringraziare Dio, per le grandi cose operate in lei.

 

È anche credere, lodare, ringraziare e invocare Dio, per le grandi opere che attua per noi, affinché aderiamo sempre più pienamente al suo divino volere di santità e amore.

 

Gualberto Gismondi


 

Maria Immacolata luce nell’avvento dogmaimmacolata

 

   Nell’avvento, il Mistero dell’Immacolata Concezione indica la Beata Vergine Maria come primizia, modello, anticipo e prototipo dell’umanità redenta e santificata da Cristo.

   La Chiesa mostra nella santa Madre di Dio il culmine e la pienezza dell’attesa messianica dell’umanità. Maria anticipa l’umanità, che va incontro al Signore che viene.

   Nella Chiesa, lungo i secoli, la fede del popolo sostenne l’Immacolata concezione di Maria, benché molti teologi e dotti si opponessero. Nel secolo XVII la fede popolare generò confraternite, preghiere, altari e cappelle intitolate all’Immacolata Concezione. Allora, anche le grandi università spagnole e italiane s’impegnarono. Dal 1621 i predicatori francescani divulgarono tale fede. Fra questi si distinse, poi, anche S. Leonardo da Porto Maurizio.

   Nella bolla “Ineffabilis Deus” (1854), Pio IX lodò la fede nell’Immacolata Concezione come “piissimo desiderio del mondo cattolico”. Si avvalse pure degli argomenti con i quali il francescano, Beato Giovanni Duns Scoto († 1308) superò le difficoltà dei teologi. Dimostrò infatti che l’Immacolata Concezione non è un’eccezione alla redenzione salvifica universale di Cristo, ma la sua perfetta espressione e piena realizzazione.

Maria Immacolata è il capolavoro assoluto, attuato dalle persone divine, per redimere, salvare e santificare l’umanità mediante l’Incarnazione del Figlio di Dio, Gesù. La dimostrazione storica e teologica era lenta e difficile, mentre la fede viva e la tradizione della Chiesa docente e discente avanzarono più veloci, con sicurezza e certezza.

   L’8 dicembre 1854, Chiesa e mondo ascoltarono le parole della “Ineffabilis Deus”: “Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina che ritiene che la beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli”.Quattro anni dopo, a Lourdes, la “Signora vestita di bianco”, che appariva a Bernadette Soubirous, disse alla giovinetta: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

   Questa verità recò molti benefici. Confermò che: 1) la fede della Chiesa avanza mediante l’unità di tutti i suoi membri, popolo, magistero e teologi; 2) le indagini storiche e logiche sono necessarie ma insufficienti; 3) la vera unica forza è il senso della fede che fa “percepire e sviluppare, nello Spirito Santo, tutte le virtualità incluse nella Rivelazione”; 4) l’assidua assistenza dello Spirito Santo, che orienta e guida la Chiesa, è il fondamento della fede e la base indispensabile per conoscere tutta la verità; 5) i divini misteri si conoscono collegandoli fra loro.

   Per il dogma dell’Immacolata, quindi, non bastava concentrarsi solo sulla persona di Maria, ma era necessario approfondire anche le altre verità, quali: peccato originale, grazia, salvezza voluta dal Padre, redenzione attuata da Cristo e per lo Spirito Santo, condizione escatologica di Maria, culto liturgico, realtà e vita della Chiesa, ecc.

  Divenne inoltre sempre più chiaro che, essendo la Sacra Scrittura ispirata dallo Spirito Santo, per interpretarla e capirla correttamente è necessario: 1) Fare attenzione a tutto il suo contenuto e la sua unità. 2) Leggerla secondo la Tradizione vivente della Chiesa. 3) Valorizzare l’analogia della fede, che è la comunione fra tutte le verità di fede e l’intera Rivelazione (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 111-114).

 Gualberto Gismondi


 

AvventoAvvento:

venuta, attesa, gioia, impegno ?

 

Attesa gioiosa e operosa:

preparate le vie del Signore

L’Avvento è un tempo di attesa gioiosa e di profonda riflessione. Ogni anno invita a riscoprire il senso profondo, autentico e radioso del Natale. Prepara l’umanità e il mondo al Natale, immergendoci nell’attesa del Regno finale e della venuta gloriosa del Cristo.

Per questo si divide in due periodi. Il primo dalla prima domenica d’Avvento al 16 dicembre, il secondo dal 17 dicembre al Natale.

Tre grandi figure

Il primo periodo è illustrato e dominato da tre grandi figure bibliche dell’attesa e della preparazione: il profeta Isaia, il precursore Giovanni Battista, la beata Vergine Maria, Madre di Dio.

Isaia esprime la parola profetica che alimentò e mantenne sempre deste le speranze del popolo di Dio, lungo i tempi più duri e i secoli più oscuri.

Giovanni Battista, profeta e precursore, riassume nella sua testimonianza l’intera attesa dell’Antica alleanza, che sboccia nel suo annuncio finale: preparate le vie del Signore che viene. Il Battista invita tutti al pentimento e alla conversione, annunciando al popolo eletto, che il Salvatore e Redentore è presente in mezzo a noi, come vero Agnello di Dio.

Maria è l’esempio definitivo e il modello perenne di chi attende, riceve in sé e, offre al mondo, Emmanuel, il Dio con noi e, inoltre, rimane sempre accanto a Gesù il Dio salva, collaborando con lui fino in fondo.

 Avvento: venuta e arrivo  

In ogni nuovo anno liturgico l’avvento esprime concretamente il significato del tempo che passa, per ciascuna persona e per tutta l’umanità. Ci mostra, infatti, l’oggi aperto a un grande domani e il qui e ora da vivere in tutta la sua intensità.

Nessun giorno è inutile, banale o uguale agli altri, perché è Kairos, ossia nuovo tempo di grazia che ci viene incontro, ci avvolge, ci rende protagonisti attivi, con Cristo, della nostra vita e della storia dell’umanità. Ciò è particolarmente importante, vero e attuale per noi che viviamo immersi nel cuore delle culture tecnoscientifiche e delle società economico-industriali, sempre più ideologizzate, inaridite e secolarizzate.

Esse sono inselvatichite e imbarbarite dagli idoli, o falsi dèi, consumisti, materialisti, individualisti, edonisti ecc., che le dominano. I falsi dèi prosperano su quanti s’illudono di poter riempire con essi i vuoti di valori spirituali autentici, di veri principi etico-morali e di fini genuini, profondi e vitali.

 Avvento oggi

L’avvento è un benefico andare contro corrente. È il ricordo gioioso che il vero senso della vita umana è andare incontro a qualcuno che viene verso di noi. È in questo modo che prepara ogni anno l’umanità al vero senso del Natale. Esso è uno solo: Dio è con noi, Dio è salvezza e ci salva.

Questi non sono pensieri astratti ma nomi concreti di una persona reale, sempre viva e vera: Emmanuel vuol dire: Dio è con noi. Gesù vuol dire: Dio salva, Dio è salvezza. Di qui i nomi salvifici del Dio incarnato per noi: Gesù di Nazareth, Cristo, Messia, Figlio di David, Figlio dell’uomo, Figlio Unigenito del Dio vivente.

Chi non vive quest’attesa, questa fede, questa speranza è sempre indifeso dalle tristezze, bruttezze, tedio, noia, scontentezza, paure e preoccupazioni di ogni genere, che si aggiungono alle normali afflizioni della vita umana.

Guidata dallo Spirito Santo, da duemila anni la Chiesa affronta le continue sfide, incertezze e pericoli. Per esse ha elaborato una delle sue risposte più belle e suggestive: l’Avvento.

Da sedici secoli, ossia da milleseicento anni, questa splendida liturgia rinnova e rafforza ogni anno la nostra fede, illuminando la nostra vita con la luce dell’Avvento o Attesa e preparazione al Signore che viene. Ci prepara, così, ad andare incontro con gioia, e ad accogliere con coraggio, il suo Avvento-Ritorno glorioso fra noi.

La Chiesa invoca: vieni Signore Gesù: Maran Atha. E il Signore risponde: Sì vengo presto.

 

Gualberto Gismondi