- 10 Feb
14 Febbraio 2021
6ª Domenica del Tempo Ordinario :
Lo voglio, sii purificato!
Domenica scorsa la liturgia ha affrontato il problema del dolore la sofferenza e la malattia nell’esistenza umana. Questa domenica ci presenta la sofferenza provocata da una delle malattie più devastanti e fonte di maggiore emarginazione nel mondo: la lebbra.
Solo l’esempio di Gesù ha portato ad amare e servire di quest’umanità sofferente.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Lv 13, 1-2. 45-46: 1Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: 2"Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. 45Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: "Impuro! Impuro!". 46Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento.
1Cor 10, 31-11,1: 31Dunque, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; 33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. 11,1Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Mc 1, 40-45: In quel tempo, 40venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi purificarmi!". 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: "Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro". 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Dall’antichità, in molti casi ancora oggi, la lebbra è fonte di grande emarginazione delle persone. In Israele il lebbroso doveva portare vesti strappate, capo scoperto, velarsi, gridare "Impuro! Impuro!", vivere da solo lontano dall’abitato. Tutto ciò aggiungeva al dolore fisico già grave, la condizione umana ancor più dolorosa e degradante di esseri impuri e inavvicinabili.
Il Vangelo mostra il comportamento amoroso e misericordioso di Gesù verso di loro, che infrangeva ogni rigida legge e divieto di toccarli. Per guarirli li toccava e si lasciava toccare.
Questi suoi gesti mostrano che nel suo Regno le leggi sono la misericordia e l’amore con i quali si vincono tutte le forze del male che insidiano la vita umana: malattie, peccati e morte. Nel Vangelo, le guarigioni mettono in evidenza che la lotta ai mali, vittoriosamente iniziata da Gesù, non terminerà fino a che non siano tutti distrutti. Gesù non voleva che i guariti parlassero di lui, ma la gioia dei lebbrosi, guariti nel corpo, nello spirito e riammessi nella comunità, era tale che lo magnificavano ovunque a gran voce. Da ogni parte altri lebbrosi accorrevano a lui e le folle lo circondavano.
La Chiesa seguì l’esempio di Gesù. Fin dai primi tempi, lungo i secoli e tuttora fu prima e unica nel prendersi cura di questi infelici. Ancora oggi, in tutto il mondo, li ama, li serve, li cura e li aiuta, perché possano guarire e reinserirsi nella vita normale. In questo senso, anche la lettera di Paolo esorta i cristiani a sforzarsi di piacere a tutti in tutto, senza cercare il proprio interesse ma quello dei molti che devono giungere alla salvezza.
Riflessione
Perché nell’Antico Testamento i lebbrosi erano trattati così duramente?
Come trattò Gesù il lebbroso, che lo supplicava: se vuoi, puoi purificarmi?
Come reagi alla compassione amorosa di Gesù il lebbroso guarito?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l’immagine di Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia”.
Gualberto Gismondi OFM